Quando era il postino a consegnarti lo scaccomatto
Come più volte ripetuto, ho conosciuto il gioco degli scacchi in occasione della sfida del secolo. In quell’estate del 1972 tutti i media parlavano di scacchi e tra questi il settimanale Tempo (1939 – 1976) pubblicò a puntate un inserto con le regole di base del gioco. Comprai scacchi e scacchiera e mi cimentai tra torri alfieri e re.
In quel periodo non conoscevo altri giocatori. Tra i primi avversari incontrai Pippo Fasino – sì, il fratello maggiore del nostro presidente – anche Roberto Schembri, Lino Gallo e pochi altri e man mano la cerchia si è andata allargando con Caracciolo, Sangiorgi, Occhipinti, Cappuzzello. In quel periodo conobbi anche l’ASIGC (Associazione Scacchistica Italiana Gioco Corrispondenza) e iniziai a giocare per corrispondenza. In quegli anni i computer e ancor meno l’eMail erano per niente diffusi. Si giocava inviando le mosse per cartolina e lo scaccomatto te lo consegnava il postino.
Il meccanismo non era difficile, una volta iscritto all’ASIGC ricevevi la rivista Telescacco. In questa erano pubblicati i risultati dei tornei conclusi e i bandi dei nuovi. Ti iscrivevi al torneo e ti arrivava l’elenco degli avversari e il nome del direttore del torneo. Le partite erano giocate in contemporanea: inviavi la tua prima mossa agli avversari che avevano il nero e attendevi la prima mossa dagli avversari che avevano il bianco. Ricevuta la risposta preparavi la tua contromossa e la spedivi tramite cartolina postale. Naturalmente il linguaggio usato – manco a dirlo – era la scaccografia algebrica estesa: si indicava la casa di partenza e la casa di arrivo del pezzo. Per accorciare i tempi si usavano anche le cosiddette mosse condizionate: in una partita col bianco potevo scrivere 1 e2-e4 se 1 … e7-e5 2 Cg1-f3, se 1… e7-e6 2 d2-d4, se 1… c7-c5 2 Cg1-f3 e così per quelle posizioni dove le mosse erano obbligate.
Annotavo le partite su appositi fogli dove riportavo oltre alle mosse giocate anche la data di invio, la data di ricezione e altre indicazioni sul perché di quella mossa, cosa avevo in mente di fare, insomma dei commenti dal vivo. Qualcuno si starà chiedendo “e coi tempi di gioco?”. Il regolamento prevedeva che se entro 30gg dall’invio della mossa non si riceveva risposta si doveva ripetere l’invio con cartolina raccomandata e copia della ricevuta andava inviata anche al direttore del torneo.
Certo, guardando con gli occhi di oggi è considerato folle giocare a scacchi in quel modo, ma i tempi erano quelli e così ci accomodavamo! Giocare per corrispondenza in quegli anni era formativo perché ti consentiva di analizzare la posizione utilizzando solo il tuo sapere scacchistico: non c’era Stockfish e men che meno altri motori di analisi.
Mi sono proposto anche come direttore di torneo e me ne sono stati assegnati molti. La parte che mi piaceva di più era la fase finale: le partite che non si concludevano sulla scacchiera e che andavano oltre il tempo fissato nel bando venivano aggiudicate. L’aggiudicazione funzionava così: entrambi i giocatori inviavano al direttore le loro aspettative circa l’esito della partita e dovevano aggiungere i loro commenti e le analisi, se le mosse d’analisi dell’uno coincidevano con quelle dell’altro quelle mosse si consideravano giocate e nel momento che divergevano esprimevo il mio giudizio che poteva essere contestato presso la commissione aggiudicatrice e il suo giudizio era insindacabile. Ho avuto solo un paio di contestazioni!
E oggi? L’Asigc esiste ancora, ma le modalità sono cambiate: niente più cartoline. Non sono aggiornato su come si gioca, ma so per certo che molti siti (chess.com e lichess.org in testa) consentono il gioco a tempo lungo: impostati i parametri sul tempo di risposta giochi la tua mossa sul server, l’avversario risponde entro i limiti impostati a inizio partita e ti arriva la notifica. Analizzi e prepari la tua risposta e la inserisci nel server e aspetti la prossima notifica, così fino allo scaccomatto. Secondo me, oggi non c’è più il gusto di allora perché puoi sempre avvalerti dell’ausilio della tecnologia.
Tempi che furono!